HomeMostre ed EventiIl Tesoro di Napoli. I Capolavori del Museo di San Gennaro

Il Tesoro di Napoli. I Capolavori del Museo di San Gennaro

Michele Dato, Collana di San Gennaro, 1679-1879, oro, argento, gemme, costruzione di gioielleria
Michele Dato, Collana di San Gennaro, 1679-1879, oro, argento, gemme, costruzione di gioielleria

Il Museo Fondazione Roma, nella sede di Palazzo Sciarra, ospita la mostra “Il Tesoro di Napoli. I Capolavori del Museo di San Gennaro”, curata da Paolo Jorio e Ciro Paolillo.

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L’esposizione, aperta al pubblico dal 30 ottobre 2013 al 16 febbraio 2014, presenta oltre 90 opere provenienti da una delle collezioni di arte orafa più importante al mondo, accanto a documenti originali, dipinti, disegni, arredi sacri.

Il percorso espositivo ruoterà attorno ai due più straordinari capolavori del Tesoro: la Collana di San Gennaro, in oro, argento e pietre preziose, realizzata da Michele Dato nel 1679 e la Mitra, in argento dorato, 3326 diamanti, 164 rubini, 198 smeraldi e 2 granati, creata da Matteo Treglia nel 1713, di cui quest’anno si celebrano i 300 anni della realizzazione.

La mostra offrirà anche l’occasione per scoprire altri tesori come, ad esempio, la Croce in argento e coralli del 1707, dono della famiglia Spera, che testimonia la grande diffusione che ebbe a Napoli in epoca barocca l’uso del corallo accostato all’argento, sia in ambito laico che religioso.
Il Calice in oro, rubini, smeraldi, brillanti dell’orafo di corte Michele Lofrano, commissionato da Ferdinando di Borbone e realizzato nel 1761. L‘Ostensorio in argento e rubini (1808) donato come atto di devozione al santo patrono da Gioacchino Murat al suo arrivo in città su suggerimento di Napoleone. La Pisside gemmata in oro, rubini, zaffiri, smeraldi e brillanti offerta da Re Ferdinando II nel 1831. L’Ostensorio in oro, pietre preziose, perline, smalti (1837), uno splendido esempio di ripresa di modelli barocchi in un oggetto dai caratteri ormai neoclassici. L’ostensorio venne dato da Maria Teresa d’Austria in occasione delle sue nozze con Ferdinando II. Il Calice in oro zecchino (1849), donato da Papa Pio IX nel 1849 per ringraziare i napoletani dopo essere stato ospitato in asilo a causa dei moti mazziniani di Roma, è uno dei pochi di manifattura non napoletana essendo stato realizzato dall’orafo Valadier a Roma. La Croce episcopale in oro, smeraldi e brillanti, donata da Re Umberto I e Margherita di Savoia il 23 novembre 1878 nella prima visita a Napoli dopo la loro assunzione al trono, per rendere omaggio al Santo Patrono della città regalando così alla Cappella del Tesoro una croce in diamanti e smeraldi purissimi e con laccio d’oro. Infine la Pisside in oro, corallo e malachite (1931), realizzata dalla famiglia Ascione di Torre del Greco e donata da Umberto di Savoia il 5 novembre 1931 quando si trasferì con la moglie José a Napoli.

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