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Matisse, la figura – Mostra a Ferrara

Henri Matisse, Le due sorelle, 1917 Olio su tela, cm 78,4 x 91,4. Denver Art Museum Collection© Succession H. Matisse, by SIAE 2013
Henri Matisse, Le due sorelle, 1917 Olio su tela, cm 78,4 x 91,4. Denver Art Museum Collection© Succession H. Matisse, by SIAE 2013

Palazzo dei Diamanti di Ferrara dedica a Matisse una mostra che ha come tema centrale la rappresentazione della figura, che l’artista ha indagato attraverso tutte le tecniche sperimentate durante il suo percorso creativo.
L’esposizione, curata da Isabelle Monod-Fontaine, è in programma dal 22 febbraio al 15 giugno 2014 e ha per titolo “Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore”.
Un’ampia selezione di dipinti, sculture, disegni e incisioni metteranno in risalto il grande talento del maestro francese.

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Aprirà la mostra l’ Autoritratto del 1900. La rivoluzionaria stagione fauve (1905-08) verrà documentata da dipinti a tocchi di colore puro che sprigionano l’energia della luce mediterranea (Ritratto di André Derain, 1905), ma anche dalle creazioni nate sotto la suggestione dell’arte tribale e della pittura di Cézanne, come il bronzo Nudo disteso (1906-07) e la tela Nudo in piedi (1907).

La sezione successiva metterà il visitatore di fronte a tre pietre miliari del 1909, quali il bronzo La Serpentina, la tela Nudo con la sciarpa bianca e la Bagnante.

La mostra dedicherà poi una sezione al ritratto e, in particolare, a una fase della ricerca di Matisse, durante la prima guerra mondiale, in cui il lavoro davanti al modello diviene quasi ossessivo. In queste opere egli cerca di mettere a nudo l’essenza del soggetto, con esiti sorprendenti. Lo dimostrano la serie bronzea delle Jeannette (1910-13), dove l’elegante fisionomia della donna è progressivamente trasfigurata in un idolo primitivo, così come le effigi di Lorette, in cui l’artista ha fissato sulla tela il fascino misterioso della modella di origine italiana ritratta assiduamente nel 1916-17 (ad esempio Le due sorelle, 1917 e Nudo seduto di spalle, c. 1917).

Una svolta radicale è segnata dalle figure sdraiate, dai nudi e dalle odalische del dopoguerra, ambientate all’aperto (Giovani ragazze in giardino, 1919) o in esotiche messe in scena, che riflettono l’incantesimo della luce della Costa Azzurra e la riscoperta di Ingres e Renoir. Tra queste due opere di cui è protagonista l’ex ballerina e modella Henriette Darricarrère: il bronzo Grande nudo seduto (1925), l’Odalisca dai pantaloni grigi (1927).

Le opere Ninfa nella foresta (1935), Natura morta con donna addormentata (1940), i disegni Nudo allungato (1938), Giovane donna con vestito a rete (1939), incarnano il nuovo cambiamento di rotta seguito al prestigioso incarico decorativo per la Barnes Foundation negli Stati Uniti e alle illustrazioni delle poesie di Mallarmé.

Chiudono la mostra gli interni d’atelier (tra cui Giovane donna in bianco su sfondo rosso, 1946; Interno blu con due ragazze, 1947), acrobati e maschere evocati da linee danzanti su sfondi bianchi e le prime sperimentazioni con la rivoluzionaria tecnica delle gouaches découpées nelle tavole di Jazz.

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