A Padova, ai Musei Civici agli Eremitani dal 28 marzo al 20 luglio 2014 ospita la mostra “Padova è le sue mura. Cinquecento anni di storia 1513 – 2013“, curata da Vincenza Cinzia Donvito e Ugo Fadini con la direzione di Davide Banzato.
L’esposizione mira a ricostruire mezzo millennio di storia delle mura cittadine attraverso reperti archeologici, manufatti, armi e strumenti bellici, disegni, incisioni, preziosi volumi e dipinti antichi, nonché ricostruzioni appositamente realizzate (fotopiani, modellini, video ecc.).
Inoltre, dà conto anche delle origini antiche del sito con una serie di rinvenimenti – alcuni inediti – effettuati in epoche diverse lungo il percorso delle mura.
Ma ad accogliere i visitatori sono gli antefatti della costruzione cinquecentesca: uno dei pochi leoni di San Marco sopravvissuti alla furia iconoclasta dei giacobini, un plastico con un migliaio di soldatini a rievocare la battaglia di Agnadello e un altro a ricordare l’assedio di Padova e poi le armi usate in quell’occasione dai veneziani e dai loro nemici.
Grazie anche ai prestiti dell’Archivio di Stato di Padova e dell’Archivio Comunale, oltre alle opere conservate presso i Musei Civci agli Eremitani e la Biblioteca Civica, antiche piante, rilievi, modelli, illustrazioni, medaglie, sigilli ed elementi lapidei testimoniano e narrano le trasformazioni avviate da allora, con i dodici torrioni e sette baluardi complessivi, le porte d’accesso, i progetti per una fortezza mai realizzata, i protagonisti, gli artisti chiamati a raffigurarle.
La mostra infine documenta, con foto d’epoca a confronto con lo stato attuale, anche le vicende più recenti, le trasformazioni e gli usi ai quali sono state destinate nel corso del tempo le mura (scuole all’aperto, macello pubblico, viali di passeggio, edilizia economica) e uno spazio è riservato alle scoperte e ai restauri più recenti.
Una particolare attenzione è riservata all’illustrazione di quanto delle mura non si vede perché sepolto, casematte e gallerie: utili elementi di conoscenza ma anche interessanti e affascinanti rinvenimenti, come la scoperta di spazi ipogei inesplorati che saranno mostrati al pubblico grazie a filmati.
Infine, un percorso fotografico parallelo ideato da Paolo Coltro.