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Miró. L’impulso creativo, mostra a Palazzo Te di Mantova

Miró, Senza titolo, 1974 circa, Olio, acrilico e gessetto su tela, 270,5 x 355 cm, Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca © Successione Miró by SIAE 2014
Miró, Senza titolo, 1974 circa, Olio, acrilico e gessetto su tela, 270,5 x 355 cm, Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca © Successione Miró by SIAE 2014

Miró. L’impulso creativo” è il titolo della mostra che dal 26 novembre 2014 al 6 aprile 2015 resterà aperta al pubblico alle Fruttiere di Palazzo Te di Mantova.

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In esposizione opere del grande artista catalano quali olii di sorprendente bellezza, arazzi coloratissimi ma anche terrecotte, bronzi e disegni: dal 1966 al 1989 un excursus in quasi trent’anni di produzione artistica di uno dei pittori che più ha influenzato le avanguardie europee.

Lo spazio espositivo sarà suddiviso in cinque aree tematiche: Il gesto, La forza del nero, Il trattamento dei fondi, L’eloquenza della semplicità e La sperimentazione con i materiali.

La prima sezione illustra la gestualità nel dipingere di Miró e il progressivo inserimento, nelle sue opere di segni, grafismi, sgocciolamenti e versamenti di pittura. Nelle opere di questa sezione risulta evidente il contatto del maestro catalano con l’Espressionismo Astratto americano e con Jackson Pollock ma anche quello con la cultura orientale e giapponese fatta di suggestioni e armonia.

Nonostante l’opera di Joan Miró venga fondamentalmente associata ai colori primari blu, rosso e giallo, il colore nero, fulcro di questa seconda sezione, ha gradualmente preso possesso della tavolozza dell’artista. Il contatto di Miró con la cultura giapponese influì notevolmente non solo sull’aspetto gestuale, ma anche sulla sua particolare percezione e valorizzazione del nero.

L’insaziabile curiosità di Joan Miró lo portò a sperimentare tutti gli ambiti che avevano a che fare con il suo processo creativo. I fondi sono per Miró un autentico campo di battaglia, su cui testare tutte le opportunità che la sua immaginazione gli suggerisce: per preparare le tele impiega prodotti tradizionali, ma anche la benzina, acqua sporca, succhi di fiori o qualunque altro liquido possa servire ai suoi scopi. Le opere presenti in questa terza sezione hanno come fondo materiali poco convenzionali come la carta vetrata e il cartone ondulato le cui superfici irregolari e imperfette fornivano un perfetto campo di sperimentazione.
Le opere della quarta sezione raccontano la rarefazione cromatica e formale dell’espressione artistica a cui riuscì ad arrivare Miró dopo un lungo percorso di sperimentazione e riflessione. La maturità gli diede la consapevolezza di poter rappresentare con una macchia, una linea o un punto un intero universo: spogliando l’opera di tutto il superfluo Miró riuscì a far emergere il potere evocativo della semplicità.

La forza che spinge Miró a utilizzare materiali poco convenzionali comporta sia una violenta trasgressione plastica, sia il superamento della pittura tradizionale ma sempre con il massimo rispetto per la materia, qualunque essa sia, anche quella considerata poco nobile. L’ultima sezione presenta dipinti di consistenza materica molto fine e altri assai pastosi, materiali poco ortodossi e grezzi incorporati ad arazzi e sculture di diversi materie e finiture.

La mostra, promossa e organizzata dal Comune di Mantova è realizzata in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró di Palma di Maiorca ed è curata da Elvira Cámara López. Il catalogo della mostra è edito da 24 ORE Cultura.

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