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Mommy, un film di Xavier Dolan

Immagine tratta dal film Mommy

Il cinema di Xavier Dolan (un venticinquenne qui al suo quinto lungometraggio) parla di vite estreme e marginali. Mommy torna a riproporre, come asse portante del racconto, un rapporto conflittuale madre/figlio che comporta ancora una volta angosciose implicazioni sadico-distruttive. Steve, un adolescente affetto da turbe psichiche, conserva una parte di sé selvaggia, non controllabile, dalle insorgenze aggressive e ostili, tali da rendere impossibile la vita a chiunque gli stia attorno. Diane, la madre vedova e sola e smarrita (ha perso il lavoro ed è ai limiti dell’indigenza), appare incapace di contenere le esplosioni di rabbia del figlio, che pure essa cerca di accudire e di proteggere. Nel rapporto genitoriale-edipico, la donna si presenta come un’immagine materna ambivalente venendo a ricoprire al tempo stesso il ruolo di madre amorevole (ma fragile e insicura) e quello di madre cattiva, desiderosa di sbarazzarsi di quel ragazzo ingestibile e molesto. La terza figura del racconto è una vicina di casa timida e riservata, un’insegnante in congedo con cui Steve riesce a stabilire una familiarità affettuosa e “fraterna”, che esclude gli assalti sadici. Benché segnata da una sofferenza segreta che l’ha resa balbuziente, Kyla s’inserisce all’interno della coppia madre/figlio come una presenza acquietante e stabilizzatrice. Con la sua tenerezza, la donna giunge a placare l’esuberanza aggressiva del ragazzo terribile consentendo che nella vita quotidiana di quella famiglia fuori norma s’instauri un’insperata serenità, un’armonia solidale e complice: l’equilibrio che la morte del padre aveva spezzato.

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Se il rapporto tra la madre e Steve si connota come una passione divorante e distruttiva, non esente da latenti venature incestuose (si pensi alla gelosia furibonda che il ragazzo esibisce di fronte alle avances del “rivale”, il vicino di casa attratto da Diane), il ménage à trois Diane/Steve/Kyla tende a escludere ogni implicazione sessuale (benché, come ha fatto notare Serge Kaganski, “la libido sia onnipresente”). Il nido familiare, dopo l’intervento di Kyla, arriva a trasformarsi in uno spazio vivibile, confortevole, non insidiato dalle frustrazioni del reale. La parte conclusiva del film s’incaricherà di mandare in frantumi quell’equilibrio così faticosamente raggiunto.

Costruito sul corpo degli attori, Mommy sceglie di trascurare la definizione del décor, concedendo uno spazio minimo al contesto ambientale, per far convergere l’attenzione dello spettatore sui volti dei personaggi. Di qui il ricorso insistito ai piani ravvicinati. Di qui la scelta di un anomalo, arrischiato e spiazzante formato 1×1 con cui il film è girato quasi per intero: un quadrato esatto che tende a schiacciare le figure umane nel loro malessere, ma che si apre poi, inopinatamente, in un paio di occasioni, allargando la dimensione dello schermo a un più convenzionale 16×9, a voler significare un momento di distensione nelle relazioni tra i personaggi, una fase di euforia (l’allegra scampagnata che i tre protagonisti del film compiono in bicicletta), il sogno a occhi aperti di un avvenire impossibile (Diane che immagina per il proprio ragazzo un futuro di normalità felice).

Il film, giocato sull’eccesso, sulla saturazione, sui sistematici mutamenti e rilanci di ritmo, dispiega un montaggio febbrile, che alterna alla tensione spasmodica delle “scene madri” (che ricordano certe cose di Cassavetes, un autore che Dolan forse neppure conosce) momenti di quiete provvisoria, segnati talora da inserti canori festosamente pop. La cifra naturalistica con cui sono restituiti squarci della banlieue di Montreal è contraddetta da una scrittura singolarissima, chiassosamente lirica e onirica, tumultuosa e incandescente, dove il linguaggio dissonante delle convulse accensioni mélo è bilanciato – nell’ilarità dirompente dei dialoghi e di talune situazioni – dalla schermatura di un humour acido, teso a eludere i rischi della facile commozione.

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: Mommy
Regia: Xavier Dolan
Cast: Anne Dorval, Antoine Olivier Pilon e Suzanne Clément
Durata:  139 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: Good Films
Uscita:  4 dicembre 2014

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