In occasione del centenario della nascita dell’artista bolognese Antonio Mazzotti, scomparso prematuramente nel 1985, nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio di Bologna è in programma una mostra che resterà aperta al pubblico dal 14 febbraio al12 marzo 2015, a cura di Renato Barilli.
Antonio Mazzotti, che negli anni della ricostruzione post-bellica aveva messo il proprio rigore nel disegno geometrico a disposizione di alcuni importanti architetti bolognesi, primo fra tutti Alberto Legnani, si avvicina successivamente alla pittura, prima post-impressionista, poi post-cubista, cominciando a creare quel suo “mondo immaginario” di labirinti fantastici, percorsi incantati a metà tra l’optical e l’astratto-architettonico, in cui perdersi.
Accanto alle linee artificiali e alle figure inorganiche, ossessivamente costruite, agglomerate, incastrate le une nelle altre, è pure largamente presente la componente iconica: corpi di donne, o di altri oggetti preziosi, da collezione, forse residui passivi di cui Antonio Mazzotti non sapeva, o non voleva, disfarsi.
Intenso è l’interesse di Mazzotti anche per i sistemi di scrittura: segni, simboli, monogrammi, intrecci semantici, che ricordano quella che sarà la produzione dei graffitisti newyorkesi, i cosiddetti Writers.
Alla produzione di opere pittoriche Mazzotti affianca una vivace attività grafica. I suoi dipinti a olio, infatti, sono spesso il risultato finale di idee che trovano il loro sviluppo iniziale in lavori di formato più ridotto ma del tutto autonomi.