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Mater. Percorsi simbolici sulla maternità – Mostra a Parma

Francesco Hayez, Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe (particolare), 1833, Museo Civico, Lodi
Francesco Hayez, Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe (particolare), 1833, Museo Civico, Lodi

Una grande mostra dedicata alla maternità è in programma a Parma, Palazzo del Governatore, dall’ 8 marzo al 28 giugno 2015.
L’esposizione intende esplorare l’aspetto sacrale e archetipico della maternità e il suo ruolo fondamentale nella cultura mediterranea attraverso una selezione di capolavori archeologici e artistici (da Rosso Fiorentino, Pinturicchio, Veronese, Moretto, ad Hayez, Casorati, Ernst, Giacometti, fino a Michelangelo Pistoletto e Bill Viola).

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Il percorso espositivo è articolato in 4 macro sezioni.
La prima sezione ha per titolo “Cosmogonie e dee madri: la maternità della terra e la maternità del cielo”. Dalle antichissime raffigurazioni delle grandi madri ‘steatopigie’ fino ai miti greco-romani il tema della fertilità e della maternità ha rappresentato per secoli la rappresentazione fisica del costante rapporto dell’umanità con il divino. Tra le opere di maggior importanza di questa sezione, sono esposti gli idoli femminili primitivi (Dea Madre) come la celebre “Venere di Savignano (Mo)” del Museo Etnografico Pigorini di Roma e la “Madre dell’ucciso di Urzei” del Museo Archeologico di Cagliari, l’Artemide Efesia dei Musei Vaticani, l’Ara con Eos del Museo Regionale di Gela, i celebri Bambini in fasce (ex voto) del santuario di Vulci del II sec. a.C., gli affreschi pompeiani e la curiosa tavoletta eburnea con scena di parto del I sec. d.C. del Museo Archeologico di Napoli. I misteri femminili legati al culto di Iside e di Demetra sono rappresentati dal busto di Iside in basalto della XXVI dinastia del Museo Egizio di Firenze e dalla preziosissima statua di Proserpina (III sec. a.C.) del Museo Civico di Lucera.

Nella seconda sezione, “Maternità rivelata”, viene espressa la decisiva svolta simbolica nella rappresentazione artistica della maternità dopo il riconoscimento di Maria come Madre di Dio dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. Partendo dall’esperienza artistico/religiosa delle icone bizantine presenti in mostra, il percorso si sviluppa dal Trecento toscano fino al XVII secolo con preziosi capolavori su tavola e celebri Madonne con Bambino, da Filippo Lippi a Andrea Mantegna, da Pinturicchio a Rosso Fiorentino, dal Veronese a Tiepolo.

Dalla maternità sacra alla maternità borghese” è il titolo della terza sezione. La trasformazione della famiglia in ambito borghese ottocentesco ha modificato l’ideale di sacralità della maternità. Nella sezione verrà analizzato il forte squilibrio sociale creato dalla rivoluzione industriale che farà da sfondo al recupero della maternità come valore nuovo, qui ben esemplificato dai ritratti di genere di Francesco Hayez e di Domenico Induno fino alle magnifiche tele di Felice Casorati (La famiglia Consolaro Girelli) e di Gino Severini (La maternità).

L’ultima sezione della mostra, “Il secolo breve: emancipazione della figura femminile dai temi archetipici”, sottolinea il tema della maternità nell’arte del Novecento e delle sue Avanguardie. Ne emerge non più una figura di madre astratta e chiusa in una propria femminilità sacrale, ma una figura in reale competizione con il quotidiano, in cui è la donna – affrancandosi dalla condizione esclusiva di madre – che determina nell’arte una variazione della propria iconografia. La maternità sacra si trasforma in femminilità seduttiva e il senso procreativo cede il passo ad una rappresentazione estetica concettuale. La sezione si interroga sulla moderna ricerca artistica di un nuovo archetipo femminile attraverso le opere di Mimmo Rotella, Michelangelo Pistoletto, Max Kuatty, Bill Viola, Mat Collishaw, fino alla celebre icona del personaggio di Valentina di Crepax.

La mostra “Mater. Percorsi simbolici sulla maternità”, ideata da Elena Fontanella e curata da Annamaria Andreoli, Elena Fontanella e Cosimo Damiano Fonseca, è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed è promossa dal Comune di Parma, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, della Regione Emilia Romagna e della Diocesi di Parma.

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