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Fernando Botero, La passione di Cristo in mostra a Palermo

Fernando Botero, Cristo è morto, 2011, Olio su tela, 134 x 191 cm

A distanza di oltre venticinque anni il maestro colombiano Fernando Botero sceglie Palermo, dopo New York, Medellin, Lisbona e Panama, per esporre alcune delle sue opere.

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La mostra, allestita nelle Sale di Duca di Montalto del Palazzo Reale del capoluogo siciliano, resterà aperta al pubblico dal 21 marzo al 21 giugno 2015.

L’esposizione, dal titolo “Via Crucis. La pasión de Cristo” o “Via della croce”,  intende fornire una riflessione sul dramma della passione e morte di Gesù Cristo. «Ho fatto queste opere – spiega Boteroperché è un momento fondamentale della vita di Gesù e perché è un argomento che è andato scomparendo poco a poco nella storia della pittura: non ci sono elementi satirici in questo lavoro che è pervaso di grande rispetto».

I 27 dipinti e i 17 disegni di Fernando Botero raccolti per l’esposizione rappresentano una svolta nella carriera dell’artista, senza per questo mettere in ombra il tratto originale e peculiare del linguaggio che lo ha reso famoso.
Come spiega Conrado Uribe, nelle opere dell’artista fa incursione il dramma, ed è per questa ragione che il suo lavoro può essere considerato come un nuovo corso. Qui la continuità del vecchio si accompagna alle trasformazioni che arricchiscono e potenziano le opere e la loro interpretazione. Mutamenti importanti, senza dubbio, nella carriera dell’artista.

Sull’apparizione dello stesso artista ne “Il bacio di Giuda”, Botero ha affermato: «Un’altra tradizione era quella di dipingere il proprio ritratto all’interno dei temi biblici. Masaccio accanto a Gesù nella Cappella Brancacci a Firenze, Pinturicchio negli affreschi di Siena e Michelangelo nel Giudizio Universale alla Cappella Sistina e via dicendo. Ho indossato il miglior vestito della festa per apparire accanto a Cristo. Non poteva essere diversamente». Come nei dipinti su Abu Ghraib del 2005, anche qui crudeltà e dramma si espandono in forme rassicuranti, solide.

La mostra è promossa dall’Assemblea regionale siciliana, dalla Fondazione Federico II e dal Museo colombiano di Antioquia.

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