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Calvario, un film di John Michael McDonagh – Recensione

locandina Calvario

È la storia di un uomo giusto, un sacerdote di un piccolo villaggio dell’Irlanda che accetta di percorrere un cammino di prove e patimenti prima di farsi vittima sacrificale e immolarsi per espiare colpe non sue. Di fronte a lui, un ambiente con cui l’eroe intrattiene rapporti conflittuali: una Chiesa disorientata, su cui pesano antichi e recenti misfatti (gli abusi sessuali sui minori di cui si sono macchiati alcuni suoi ministri; la connivenza delle alte gerarchie ecclesiastiche con le banche che dissanguano il Paese…); una comunità lacerata, malata, rosa dal tarlo del pregiudizio (la diffidenza di cui è fatto oggetto il protagonista). Tra i parrocchiani, un uomo ferito, che, sprofondato nel rancore, cova una dissennata sete di vendetta.

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Orchestrato secondo una studiata successione di dispute e progressioni teatrali (v’è persino una sottotrama “gialla” incentrata sul mistero circa l’identità dell’omicida a venire), Calvario è un film ambizioso, che mette in campo interrogativi morali di peso (la forza del perdono che si contrappone alla logica perversa della violenza e del sangue). Buona la recitazione. Pessimi i dialoghi: pomposi, pretenziosi, supponenti, infarciti di un umorismo stonato, fuori registro (chissà, l’intenzione del regista era forse quella di allentare la tensione del racconto: ne ha compromesso invece il funzionamento).

Nicola Rossello

Scheda film
Titolo: Calvario
Regia: John Michael McDonagh
Cast: Brendan Gleeson, Chris O’Dowd, Kelly Reilly, Aidan Gillen, Dylan Moran, Isaach De Bankolé, M. Emmet Walsh, Marie-Josée Croze, Domhnall Gleeson, David Wilmot
Genere: Drammatico
Durata:  104 minuti
Distribuzione: 20th Century Fox
Uscita: 14 maggio 2015

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