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Imre Amos, il pittore dell’apocalisse in mostra a Roma

Opera di Imre AmosL’Accademia d’Ungheria a Roma dall’11 febbraio al 13 marzo 2016 presenta la mostra Imre Amos, pittore dell’apocalisse, a cura di Katalin Petényi e Pál Németh.
In esposizione una quarantina di dipinti ed una cinquantina di disegni e grafiche che ripercorrono la vita artistica del pittore ungherese dalle prime incisioni su linoleum fino agli ultimi lavori realizzati a china su carta straccia e cortecce di betulla, nonché sul quaderno dalla copertina a quadri durante il servizio di lavoro forzato.

Le opere del primo periodo pittorico di Imre Amos sono caratterizzate da una visione del mondo che si dispiega nell’armonica unità di spazio e tempo. Tema ricorrente dei suoi dipinti sono il mondo hasidico di Nagykálló, i rabbini visionari, i vecchi servi del tempio e le figure autorevoli dell’Antico Testamento. Il rabbino miracoloso, la saggezza degli anziani, le candele della notte di venerdì, la preghiera di una madre, nelle opere del pittore si intrecciano con la calura estiva delle strade assolate e le lunghe ombre del crepuscolo. Proiettando i ricordi del sogno e del mito, egli ricerca nuove strade spirituali e formali.

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Il secondo periodo artistico di Imre Amos ha inizio nell’anno in cui scoppia la Seconda Guerra mondiale. Di fronte alle forze tremende del fascismo, per lui l’unico atteggiamento possibile rimane la resistenza spirituale, la protesta attraverso le sue opere. Con la laconicità e l’inequivocabilità dei simboli rende testimonianza sul mondo e su se stesso, sul disfacimento dei valori morali, sulla solitudine dell’essere umano alla mercé della storia, sulla sua umiliazione, sulle sue angosce e paure, sull’inquietudine di chi è bandito dalla società. In questo periodo mutano anche i suoi mezzi espressivi. Definisce le forme, con contorni potenti. Rispetto ai toni argentei e pastellati dei suoi primi dipinti incomincia ad usare colori forti, rossi incandescenti e blu intensi. Uno dei motivi ricorrenti del suo sistema visionario è l’angelo, che nei quadri di Amos svolge la funzione di custode del suo passato e della sua infanzia.

La mostra, organizzata dall’Accademia d’Ungheria in Roma con il sostegno della Presidenza Ungherese dell’International Holocaust Remembrance Alliance, è corredata da un catalogo trilingue (ungherese, inglese, italiano) pubblicato dal CinemaStar Kft.

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