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Rovigo | Al primo sguardo, mostra di opere inedite della Fondazione Cariparo

Giovanni Fattori, La fanteria italiana - In mostra a Rovigo
Giovanni Fattori, La fanteria italiana

Circa duecento opere, che rappresentano il fior fiore della imponente raccolta di pittura e scultura delle Collezioni d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, sono esposte, dal 27 febbraio al 5 giugno 2016, in due diverse sedi: Palazzo Roverella e Palazzo Roncale di Rovigo.

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La scelta della Fondazione è stata di privilegiare, per questa doppia mostra rodigina affidata alla curatela di Giandomenico Romanelli e di Alessia Vedova, l’ampio corpus di opere riguardanti i due più recenti secoli, l’Ottocento e il Novecento. Pur prevedendo alcune eccezioni per dare completezza ad alcuni nuclei della grande collezione della Fondazione.
L’interesse maggiore si concentra sulla presentazione di un nucleo ancora inedito della Collezione della Fondazione Cassa di Risparmio.
Si tratta dei dipinti riuniti nella collezione di Pietro Centanini, che recentemente l’ha voluta donare alla Fondazione affinché possa mantenersi integra e soprattutto possa essere goduta dalla collettività.
La sua è una raccolta d’arte che unisce ai molti acquisti, ben guidati, che il collezionista aveva fatto sul mercato, il patrimonio d’arte della sua antica famiglia.
Com’è testimoniato dall’esposizione, Pietro Centanini indirizzava le sue scelte soprattutto sugli artisti veneti ma anche, in omaggio alla moglie di origine partenopea, alla scuola napoletana. Pur senza chiusure aprioristiche.
In collezione si trovano, infatti, opere di gradissimo interesse di Palizzi, De Nittis, Lega, Ghiglia, Boldini, Fattori, Soffici, Rosai, de Pisis, de Chirico, Guttuso, De Chirico, insieme a Zandomeneghi, Milesi, Luigi Nono, Licata, Brass, Barbisan ma anche Utrillo e Chagall.
La Famiglia invece collezionava i vedutisti e i pittori di interni, compresi alcuni magnifici Guardi.

Se la Collezione Centanini è una novità per tutti, il nucleo maggiore della Fondazione Cariparo non manca  di stupire per ricchezza e varietà di contenuto. In esso sono testimoniati ben 5 secoli di storia dell’arte veneta e italiana.
Si passa più puntualmente a Oreste Da Molin, Giuseppe Manzoni e al Cavaglieri, gloria rodigina. Il Futurismo è ben rappresentato da Tullio Crali, mentre il secondo dopoguerra è presente con una sequenza notevolissima di opere, a ricordare l’importanza del gruppo N e dell’optical, con Biasi, Landi, Chiggio Massironi e infine tre opere di Castellani.

«Quella che presentiamo in questa mostra è solo una parte della nostra collezione – chiarisce il Presidente della Fondazione Antonio Finotti -. Complessivamente la Fondazione ha un patrimonio di oltre mille opere di pittura, insieme a diversi nuclei di sculture (solo in minima parte qui esposti) e a incisioni, disegni, manoscritti. Insomma un vero e proprio museo che incrementiamo regolarmente con oculate acquisizioni. Ci sembrava doveroso e coerente con la nostra missione rendere fruibile al grande pubblico un patrimonio artistico costruito nel tempo anche con opere lasciate dai cittadini del territorio».

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