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I Macchiaioli in mostra a Roma al Chiostro del Bramante

Odoardo Borrani, Cucitrici di camicie rosse, 1863, Olio su tela, 66x45 cm, Collezione privata - Mostra "I Macchiaioli. Le Collezioni svelate"
Odoardo Borrani, Cucitrici di camicie rosse, 1863, Olio su tela, 66×45 cm, Collezione privata

Dal Chiostro del Bramante si attraversa la porta che conduce alla mostra ” I Macchiaioli. Le collezioni svelate“, ed appena varcata la soglia del complesso rinascimentale le luci si attenuano, scoprendo ambienti tipici di salotti di dimore fiorentine a cavallo tra Ottocento e Novecento. Pareti decorate, riproduzioni di stanze antiche, il visitatore è chiamato ad immergersi in quelle sale del passato dove trovavano posto i dipinti di uno dei più importanti movimenti artistici del XIX secolo: i Macchiaioli.

In mostra oltre 110 opere, frutto di tante collezioni, raccolte con passione, spirito di mecenatismo, amore per l’arte e, in un certo senso, con criteri di selezione che diventano essi stessi espressione di processo creativo.
Un percorso di 9 sezioni – ciascuna intitolata alla collezione di provenienza – permette al visitatore di scoprire i Macchiaioli e il clima storico che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi, ai contenuti e ai personaggi  di questo rivoluzionario movimento.
È possibile ammirare capolavori quali Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco Signorini, Il giubbetto rosso (1895) di Federico Zandomeneghi, Marcatura dei cavalli in Maremma (1887) e Ciociara (Ritratto di Amalia Nollemberg) del 1881 ca. di Giovanni Fattori, Place de la Concorde (1875) e Campo di neve (1880 ca.) di Giuseppe De Nittis, accanto alle Cucitrici di camicie rosse (1863) di Odoardo Borrani, Sforni in veranda che legge (1914 ca.) e il Ritratto della moglie Isa (1902 ca.) di Oscar Ghiglia.

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Si entra nella prima sala dedicata alla galleria di Cristiano Banti, pittore e mecenate a favore dei propri colleghi Macchiaioli da cui acquistava opere anche per sostenerli economicamente. Tra le tante, un meraviglioso ritratto di Adelaide Banti in giardino (1875 ca.) di Cristiano Banti. Si prosegue poi nei salotti di Diego Martelli, che nella sua tenuta di Castiglioncello diede vita ad un effervescente salotto, luogo di incontro di intellettuali ed artisti. Da Martelli ci si imbatte in una deliziosa veduta della Senna di Alphonse Maureau.
Si alternano le sale e le collezioni, passando da quella di Rinaldo Carnielo a quelle di Edoardo Bruno, Carlo Sforni ed altri ancora. La mostra è il frutto di un’attenta ed intelligente curatela che, allestendo ambienti con grande maestria e suggestione per il visitatore, rende omaggio non solo ai Macchiaioli, ma anche a questi competenti collezionisti grazie ai quali è possibile ammirare i capolavori esposti.

Con il patrocinio dell’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Roma, la mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate, aperta al pubblico dal 16 marzo al 4 settembre 2016, è curata da Francesca Dini e prodotta e organizzata da Dart – Chiostro del Bramante e Arthemisia Group. 

Diego Pirozzolo

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