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La Terra Inquieta in mostra alla Triennale di Milano

Francis Alÿs, Immagine di copertina della mostra La Terra InquietaLa Triennale di Milano ospita, dal 28 aprile al 20 agosto 2017, la mostra ” La Terra Inquieta “, ideata e curata da Massimiliano Gioni.

L’esposizione, prendendo a prestito il titolo da una raccolta di poesie dello scrittore caraibico Édouard Glissant, intende raccontare il presente come un territorio instabile e in fibrillazione.
Attraverso le opere di più di sessantacinque artisti provenienti da oltre quaranta paesi del mondo – tra cui Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Ghana, Iraq, Libano, Marocco, Siria e Turchia – e con l’inclusione di documenti storici e oggetti di cultura materiale, la mostra narra le trasformazioni epocali che stanno segnando lo scenario globale e la storia contemporanea, focalizzandosi in particolare sulla rappresentazione della migrazione e della crisi dei rifugiati.

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La Terra Inquieta, con installazioni, video, immagini di reportage, materiali storici e oggetti di cultura materiale, esplora geografie reali e immaginarie, ricostruendo l’odissea dei migranti e le storie individuali e collettive dei viaggi disperati dei nuovi dannati della Terra.
Il percorso dell’esposizione si snoda attraverso una serie di nuclei geografici e tematici – il conflitto in Siria, lo stato di emergenza di Lampedusa, la vita nei campi profughi, la figura del nomade e dell’apolide – a cui si intersecano complesse metafore visive di questo breve e instabile scorcio di secolo.
Seguendo le trasformazioni dell’economia e le relazioni pericolose che si intrecciano tra corpi, merci, capitali e rotte di scambio e commercio nell’epoca della globalizzazione, La Terra Inquieta compone un ritratto collettivo capace di restituire voce e dignità alle moltitudini senza volto della contemporaneità.

Ponendo l’accento sulla produzione artistica e culturale più che sulla cronaca, la mostra si concentra in particolare sul ruolo dell’artista come testimone di eventi storici e sulla capacità dell’arte di raccontare cambiamenti sociali e politici. Molti artisti conoscono e descrivono in prima persona il mondo da cui provengono i migranti e per questo ne parlano con il senso di responsabilità di chi vuole restituire la complessità di un evento drammatico senza incorrere in banalizzazioni e sentimentalismi.

La mostra, accompagnata da un catalogo bilingue, italiano inglese, edito da Electa, è promossa dalla Fondazione Nicola Trussardi e dalla Fondazione Triennale di Milano.

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