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La “Pìetas” di Corrado Veneziano in mostra a Roma alle Case Romane del Celio

Corrado Veneziano, Mussolini, dettaglioIl complesso archeologico delle Case Romane del Celio, a Roma, dal 20 aprile al 2 maggio 2017 presenta la mostra di Corrado Veneziano dal titolo “Pìetas” .

In esposizione dieci tele di lino installate su strutture autoportanti che interpretano e riprendono la struttura visiva della Sacra Sindone, una delle forme estetiche più illuminanti della condizione mortuaria al di là di ogni risvolto di natura religiosa.

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I dieci sudari, che rappresentano altrettante figure umane immaginate in posizione funebre, sembrerebbero ritrarre uomini apparentemente comuni. In realtà, le somiglianze richiamano alla mente dello spettatore alcuni personaggi tristemente noti, annoverabili fra i despoti e i dittatori del XX e XXI secolo: Hitler, Mussolini, Pol Pot, Videla, Batista, Bin Laden, Gheddafi, Mobutu e Pinochet.

Ritratti a misura reale, con le palpebre chiuse e le mani congiunte sotto il ventre, i soggetti di questi lavori presentano i tratti del viso e del corpo trasfigurati e colti in una dimensione eterea, astratta, allo stesso tempo distaccata e appartata che solo la percezione della morte può produrre.
Nell’attimo solenne della dipartita, dunque, come dimostrano le opere di Corrado Veneziano, anche il volto di un individuo, assolutamente esecrabile in vita e privo di alcun genere di pentimento, può essere rappresentato in un’espressione più umana e dignitosa, risultato di quell’elevato sentimento della pìetas latina che insiste tra l’altro sul rispetto e sull’amore dovuto comunque a ogni essere umano a prescindere dalle nefandezze che gli sono appartenute. Come se la scomparsa terrena fosse capace di allontanare lo sdegno e il ripudio per portare al suo posto una qualche forma di rasserenamento.

Molteplici le domande che l’esposizione pone, infinite le questioni estetiche e artistiche, le problematiche politiche, religiose, psicologiche e sociologiche. In questo senso la mostra diventa l’occasione per riflettere sulla distanza tra mondi incomparabili o distanti, come quello della vita e della morte, della immanenza e della trascendenza, della guerra e della pace.

La mostra realizzata d’intesa con il Ministero dell’Interno, con il Ministero dei Beni Culturali, e con la Società coop. Spazio Libero, è  a cura di Raffaella Salato.

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