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Dopo Canova. Percorsi della scultura a Firenze e a Roma

Canova, Amore AlatoA Carrara, le sale dell’ottocentesco Palazzo Cucchiari, sede della Fondazione Giorgio Conti, ospitano, dall’ 8 luglio al 22 ottobre 2017, la mostra “Dopo Canova. Percorsi della scultura a Firenze e a Roma”, curata da Sergej Androsov, Massimo Bertozzi ed Ettore Spalletti.

In esposizione una trentina di sculture, provenienti dal Museo Ermitage di San Pietroburgo e da collezioni pubbliche e private italiane.

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Da Canova a Duprè, passando per Berthel Thorvaldsen e Lorenzo Bartolini, le opere in mostra costituiscono un percorso esemplare che parte dalla difficile costruzione di un nuovo linguaggio figurativo nel passaggio dall’Impero alla Restaurazione, per giungere alla metà del XIX secolo.

Prendendo avvio da Canova, del quale si espongono tre opere – Ritratto di Napoleone e Amore alato dell’Ermitage, e il modello del Monumento funebre a Vittorio Alfieri (proveniente dalla locale Accademia di Belle Arti) -, l’esposizione di Carrara mette a confronto il panorama romano, a lungo dominato dagli eredi e collaboratori diretti di Canova e Thorvaldsen, e l’ambito fiorentino, dove si impone la “novità” dell’insegnamento di Lorenzo Bartolini.

La scelta curatoriale pone l’accento sui primi “semi” delle tendenze naturalistiche che si riscontrano nelle opere degli scultori della cerchia del Bartolini: Luigi Pampaloni, Aristodemo Costoli, Pio Fedi e Pasquale Romanelli. Emblematici di questa nuova tendenza i due gruppi scultorei di Pasquale Romanelli (Raffaello e la Fornarina) e di Pio Fedi (Nello con la Pia) provenienti, rispettivamente, dall’Ermitage e dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.
A questi si innesta l’esperienza senese rappresentata da un “outsider” come Giovanni Duprè, in mostra con cinque opere tra le quali la Saffo abbandonata della GNAM di Roma, e da Tito Sarrocchi, che fu allievo del Bartolini e dello stesso Duprè.

Sul palcoscenico romano gli scultori carraresi, Luigi Bienaimè, Carlo Finelli e Pietro Tenerani, si trovano a dover far convivere le nuove istanze con le richieste, più tradizionali e conservatrici, del collezionismo privato e delle commissioni ufficiali.

Dopo la morte di Canova e il ritorno in Danimarca di Thorvaldsen infatti, i carraresi, soprattutto Pietro Tenerani e Carlo Finelli, più vicini alla compostezza dei modelli canoviani, diventano i protagonisti della scultura a Roma, dove vanno definendo meglio la loro personalità fino a fornire alcuni esiti importanti della scultura italiana in epoca romantica.

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