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Arcimboldo a Palazzo Barberini di Roma

Giuseppe Arcimboldo, L'estate, olio su tela, 1555-1560 circa
Giuseppe Arcimboldo, L’estate, olio su tela, 1555-1560 circa

Si resta sempre stupiti trovandosi faccia a faccia con un “personaggio” di Arcimboldo. Che si tratti di un mestierante come un “avvocato” o una stagione, quelle teste mostruose, a volte grottesche, hanno la capacità di suscitare una reazione nell’osservatore, catturano l’attenzione lasciandosi ammirare da più punti di vista. Teste composte da frutti, fiori, piante, pesci o oggetti, così mirabilmente assemblati nel tentativo di ottenere un credibile effetto finale, che rivelano una grande intelligenza compositiva ed un minuzioso studio nella realizzazione dell’opera. Per chi le osserva, quale meraviglia, quale piacevole sorpresa scoprire di cosa siano fatti quei mostri; che la loro pelle, considerando ad esempio la serie delle stagioni, altro non è che una raccolta di frutti tipici della stagione dipinta. Visti da vicino, infatti, si comprende come quei volti fantastici e bizzarri costituiscano un sapiente incastro di elementi reali rappresentati con estrema precisione, con nitidezza tagliente, riproducendo fedelmente ogni singolo dettaglio.

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A Palazzo Barberini è possibile visitare la mostra Arcimboldo e scoprire dal vivo le famosissime teste composte. Una grande mostra che raccoglie oltre un centinaio di opere, dai capolavori più noti ad altri meno conosciuti dal grande pubblico, ma di notevole interesse artistico.

Curata da Sylvia Ferino-Pagden con la direzione scientifica delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, l’esposizione si articola in sei sezioni nelle quali sono trattati tutti i temi principali della produzione dell’artista: dalle opere del periodo milanese a quelle realizzate a Vienna e Praga, dagli studi naturalistici alle teste reversibili ed alle pitture “ridicole”.
Un percorso espositivo di grande respiro che offre l’occasione ai visitatori di scoprire e conoscere Arcimboldo in modo approfondito. Un progetto importante anche considerando che la mostra a Palazzo Barberini costituisce la prima a lui dedicata nella città capitolina e le sue opere sono per lo più conservate presso istituzioni culturali estere.

Arcimboldo è stato definito da Rolando Barthes “Retoriquer e magicien” evidenziando la capacità dello stesso di giocare con lo spettatore attraverso i suoi ritratti compositi, costringendolo a considerare l’opera d’arte in modo diverso, come una sequenza di indovinelli visivi e mentali particolarmente stimolanti dove ogni elemento dipinto contribuisce al significato complessivo del quadro.

La mostra mette in luce come “le teste fantastiche” siano basate su studi accurati ed oggettivi della natura, l’effetto finale ottenuto è semmai il frutto di un gioco ironico ed intellettuale.
«La rappresentazione del mondo reale in Arcimboldo – scrive Sylvia Ferino-Pagden, curatrice -, che condensa la ricerca individuale e specifica di ogni singolo oggetto per meglio definirlo e classificarne la specie all’interno del mondo vegetale o animale, era originale al pari del suo metodo compositivo e fantastico».

La mostra organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica e da Mondo Mostre Skyra rimane aperta al pubblico fino all’ 11 febbraio 2018.

Diego Pirozzolo

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