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Leopoldo de’ Medici principe dei collezionisti a Palazzo Pitti di Firenze

Giusto Suttermans, (Anversa 1597 – Firenze 1681), Leopoldo de’ Medici bambino a cavallo, 1624-1625 circa, olio su tela, Benešov (Boemia centrale), Castello di KonopištěNel quarto centenario della nascita di Leopoldo de’ Medici, le Gallerie degli Uffizi di Firenze gli dedica una mostra dal titolo “ Leopoldo de’ Medici principe dei collezionisti ” che resterà aperta al pubblico dal 7 novembre 2017 al 28 gennaio 2018.

Divenuto cardinale all’età di cinquant’anni, Leopoldo de’ Medici (Firenze, 1617 – 1675), figlio del granduca Cosimo II e dell’arciduchessa Maria Maddalena d’Austria, spicca nel panorama del collezionismo europeo per la vastità dei suoi interessi e la varietà delle opere raccolte. Servendosi di abilissimi agenti, mercanti e segretari italiani e stranieri, radunò, nel corso della sua vita, esemplari eccellenti e raffinati nei più diversi ambiti: sculture antiche e moderne, monete, medaglie, cammei, dipinti, disegni e incisioni, avori, oggetti preziosi e in pietre dure, ritratti di piccolo e grande formato, libri, strumenti scientifici e rarità naturali.

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In mostra sono presenti pitture, sculture e miniature che lo raffigurano nel trascorrere del tempo, dal poco noto quadro del castello di Konopiště di Giusto Suttermans, che lo mostra bambino, vestito alla polacca a cavallo di un destriero parato a festa, alle immagini di pittura e scultura che lo ritraggono nella sua nuova veste cardinalizia (dal 1667). Proprio nella reggia medicea erano custodite in origine le vastissime raccolte di  Leopoldo de’ Medici, ospitate nel suo fastoso appartamento al secondo piano di Palazzo Pitti, allestito con gusto improntato al Barocco romano.

Nel tempo in cui a Roma si effettuavano importanti campagne di scavo,  Leopoldo de’ Medici grazie all’apporto dei suoi agenti e consiglieri, tra i quali Ottavio Falconieri, Leonardo Agostini, Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini, Ercole Ferrata, concluse l’acquisto di busti e sculture antichi di notevole pregio artistico, come la statua di fanciullo togato in basalto del II secolo d.C. scoperta nel 1651.
Vicino alla scuola galileiana, il Principe fu, insieme al fratello Ferdinando II, promotore dell’Accademia del Cimento (1657 – 1667), diretta espressione dell’atteggiamento sperimentalista che fiorì nella corte medicea pochi anni dopo la morte di Galileo Galilei. Nella collezione del Cardinale diversi erano gli strumenti appartenuti al grande scienziato, identificati in questa occasione nelle raccolte del Museo Galileo di Firenze.

Interessato ai viaggi in terre lontane, vissuti attraverso le cronistorie letterarie,  Leopoldo de’ Medici riunì nelle sue collezioni rarità naturali e oggetti preziosi dall’Oriente e dai paesi del Nuovo Mondo: dalle coppe con nautili lavorati in Cina agli oggetti in lacca giapponese, dalle armi indonesiane alla rarissima maschera in travertinite del IV-V secolo d.C. proveniente da Teotihuacan (Messico).

I contatti con il Nord Europa lo portarono a collezionare importanti gruppi scultorei in avorio di carattere sacro e profano, mentre la profonda religiosità che si respirava alla corte medicea lo spinse a commissionare preziosi reliquiari che, dispersi nel corso del XVIII secolo in alcune basiliche della Toscana, sono stati riuniti in occasione dell’esposizione.

Se è impossibile ricreare gli ambienti dell’appartamento del Cardinale e riunire i numerosissimi dipinti della sua collezione, una scelta mirata riuscirà comunque a evocare lo sfarzo delle sue stanze dove i quadri di Tiziano, Pontormo, Botticelli, Parmigianino, Veronese, Bassano, Correggio si stagliavano sul fondo rosso delle pareti rivestite di taffetà nel fulgore delle loro cornici dorate, disegnate da artisti di chiara fama, quali Pietro da Cortona o Ciro Ferri.

La volontà di lasciar memoria delle fattezze di personaggi di rilievo si manifestò nell’intento di costruire una storia dell’arte europea attraverso i ritratti dei suoi protagonisti: una stanza intera del suo appartamento era dedicata agli autoritratti dei pittori più famosi; così come la determinazione con cui perseguì una imponente raccolta di disegni, con l’aiuto dell’esperto Filippo Baldinucci.

La mostra, a cura di Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli, Maria Sframeli, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.

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