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Al via la Biennale Architettura 2018 – Freespace

Yvonne Farrell e Shelley McNamara, curatrici della Biennale Architettura, e Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia - Photo di Andrea Avezzù - Courtesy of la Biennale di Venezia
Yvonne Farrell e Shelley McNamara, curatrici della Biennale Architettura, e Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia – Photo di Andrea Avezzù – Courtesy of la Biennale di Venezia

Apre al pubblico sabato 26 maggio 2018 a Venezia, ai Giardini e all’Arsenale, la 16. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Freespace.

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L’edizione 2018, come ha spiegato il Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, intende porre al centro dell’attenzione la questione dello spazio, della qualità dello spazio, dello spazio libero e gratuito. «La volontà di creare Freespace può risultare in modo specifico come caratteristica propria di singoli progetti – ha affermato Paolo Baratta -. Ma Space, free space, public space possono anche rivelare la presenza o l’assenza in genere dell’architettura, se intendiamo come architettura il pensiero applicato allo spazio nel quale viviamo e abitiamo. E la Mostra ci darà esempi, insegnamenti e motivi di discussione».

La Biennale Architettura è curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara.
Note per lavorare in sodalizio, le due curatrici vivono e lavorano a Dublino, dove si sono laureate alla Scuola di Architettura dell’University College e hanno fondato lo studio Grafton Architects nel 1977. Lo studio ha vinto il Leone d’Argento alla Biennale Architettura 2012, con il progetto del nuovo Campus UTEC dell’Università di Lima in Perù insieme all’opera di Paulo Mendes da Rocha.
Farrell e McNamara hanno partecipato alla Biennale Architettura 2016 con il progetto “The Physics of Culture”. Il 20 febbraio 2018 hanno vinto la medaglia d’oro del Royal Institute of the Architecture of Ireland RIAI per il progetto dell’Università Bocconi di Milano. Entrambe insegnano all’University College di Dublino dal 1976 e sono titolari della cattedra di architettura all’Accademia di Mendrisio.

La Mostra Freespace si articola tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, includendo 71 partecipanti. A questi si affiancano quelli raccolti in due sezioni speciali: la prima (16 partecipanti) si intitola Close Encounter, meetings with remarkable projects e presenta lavori che nascono da una riflessione su progetti noti del passato; la seconda (12 partecipanti), dal titolo The Practice of Teaching, raccoglie lavori sviluppati nell’ambito dell’insegnamento.
A proposito di queste sezioni le curatrici hanno spiegato di aver scoperto «invenzione e creatività alla micro e alla macro scala: edifici storici rigenerati dall’intelligenza degli architetti; edifici dimenticati rivisitati e riportati alla vita; tipologie trasformative dell’abitare; necessità infrastrutturali tradotte in strutture pubbliche e civiche». Inoltre, «una componente essenziale per assicurare la continuità della tradizione in architettura è la pratica dell’insegnamento. Molti dei professionisti invitati sono attivi nel campo della didattica. Il mondo del fare e del costruire si fonde con il mondo dell’immaginazione che viene così valorizzato in Mostra».

Le curatrici si sono dette «felicissime dell’impegno globale degli architetti invitati e dei Paesi partecipanti al processo di traduzione della parola Freespace. Quando abbiamo scritto il Manifesto, volevamo che contenesse soprattutto la parola spazio. Volevamo scovare anche nuovi modi di utilizzare le parole di ogni giorno, che potessero in qualche modo portarci tutti a ripensare il contributo aggiuntivo che noi, come professionisti, possiamo fornire all’umanità. Per noi l’architettura è la traduzione di necessità – nel significato più ampio della parola – in spazio significativo. Nel tentativo di tradurre Freespace in uno dei tanti splendidi linguaggi del mondo, speriamo che possa dischiudere il ‘dono’ che l’invenzione architettonica ha la potenzialità di elargire con ogni progetto. La traduzione – hanno dichiarato le due curatrici – ci permette di mappare e di rinominare il territorio intellettuale e quello vero. La nostra speranza è che la parola Freespace ci permetta di sondare le aspirazioni, le ambizioni e la generosità dell’architettura».

La Mostra è affiancata da 63 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 6 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Antigua & Barbuda, Arabia Saudita, Guatemala, Libano, Pakistan, Santa Sede (con un proprio padiglione sull’Isola di San Giorgio Maggiore).
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, è curato da Mario Cucinella ed ha per titolo Arcipelago Italia.

Per questa edizione si prevedono 12 eventi collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali.

Due i Progetti Speciali della Biennale Architettura di quest’anno:
– il Progetto Speciale Forte Marghera a Mestre, a cura di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, consiste in un’installazione degli architetti Sami Rintala e Dagur Eggertsson, realizzata anche per ospitare alcune manifestazioni in programma a Forte Marghera.
– il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate presso le Sale d’Armi dell’Arsenale, si interroga sul futuro del social housing presentando un frammento del complesso di case popolari, Robin Hood Gardens, che fu progettato da Alison e Peter Smithson nell’East London e completato nel 1972. Resa possibile grazie alla collaborazione della Biennale con il Victoria and Albert Museum di Londra che si rinnova per il terzo anno consecutivo, la mostra è a cura di Christopher Turner e Olivia Horsfall Turner.

Un programma di conversazioni accompagna la Biennale Architettura 2018 per tutto il periodo di apertura: i Meetings on Architecture costituiscono l’opportunità di discutere le diverse interpretazioni del Manifesto Freespace e di ascoltare dal vivo le voci dei protagonisti della Mostra.

Il catalogo ufficiale della Biennale Architettura 2018, dal titolo Freespace, è composto di due volumi. Il Volume I, a cura di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, è dedicato alla Mostra Internazionale. Il Volume II è dedicato alle Partecipazioni Nazionali, ai Progetti Speciali e agli Eventi Collaterali.
La Guida della Mostra è studiata editorialmente per accompagnare il visitatore lungo il percorso espositivo.
I tre volumi sono editi da La Biennale di Venezia.

La 16. Mostra Internazionale di Architettura resterà aperta al pubblico fino a domenica 25 novembre 2018.

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