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Lichtenstein e la Pop Art americana

Roy Lichtenstein, Little Aloha, 1962, acrlico su tela. Photo by Robert McKeever © Estate of Roy Lichtenstein / SIAE 2018È dedicata a Roy Lichtenstein la mostra che fino al 9 dicembre 2018 è aperta al pubblico a Villa dei Capolavori, sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo (Pr).

In esposizione oltre 80 opere del Maestro e degli altri grandi protagonisti della Pop Art americana; per evidenziare sia la sua originalità che la sua appartenenza a uno specifico clima, sono presenti infatti, a confronto con quelle di Lichtenstein, anche opere iconiche di Andy Warhol, Mel Ramos, Allan D’Arcangelo, Tom Wesselmann, James Rosenquist e Robert Indiana.

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Roy Lichtenstein (New York 1923-1997) è, insieme a Andy Warhol, la figura più rappresentativa e più conosciuta della Pop Art, e dell’intera storia dell’arte della seconda metà del XX secolo. Egli ha influenzato grafici, designer, pubblicitari ed altri artisti contemporanei tanto che ancora oggi è possibile riscontrare riferimenti al suo stile in ogni ambito del design e della comunicazione.

La prima parte della mostra è dedicata alla stagione iniziale della Pop Art, quegli anni fra il 1960 e il 1965 in cui nascono le icone di Lichtenstein tratte dal mondo dei fumetti e della pubblicità, qui a confronto con i lavori dei compagni di avventura dell’artista, quali i citati Warhol, Indiana, D’Arcangelo, Wesselmann, Ramos, Rosenquist e altri ancora, a testimoniare della nuova società e della nuova arte che la rispecchia e che prende il nome di Pop Art.

A fianco delle opere derivate dai fumetti, certo le sue più conosciute, Lichtenstein inizia alcune serie che hanno come riferimento da un lato la storia dell’arte, dall’altro il grande tema dell’astrazione pittorica: sono i dipinti che testimoniano la varietà e la complessità del pittore e che aprono nuove interpretazioni sia sulla sua opera che sull’intera stagione della cosiddetta Pop Art: anche in questo caso alle sue opere si affiancano quelle dei suoi coetanei, continuando quel dialogo fondamentale tra protagonisti di uno dei momenti cruciali dell’arte del XX secolo.

La mostra è poi punteggiata da alcune serie di fotografie che ritraggono l’artista all’opera nel suo studio. Gli autori sono due protagonisti della fotografia d’arte italiana, Ugo Mulas e Aurelio Amendola, che, in diversi momenti, hanno ritratto Lichtenstein: in questo modo non solo si può entrare nell’officina dell’artista, ma anche leggere il rapporto che sempre ha legato la cultura italiana al pittore.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.

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