La Pinacoteca Ambrosiana di Milano, dal 26 febbraio 2019, arricchisce il proprio percorso espositivo con un manufatto antico, un raro e prezioso mantello cerimoniale Tupinambá, popolazione indigena brasiliana che abitava la fascia litoranea atlantica tra la foce del Rio delle Amazzoni e lo stato di San Paolo.
Il mantello, risalente tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, già nelle collezioni dell’Ambrosiana, è recentemente tornato al suo splendore originario, grazie al restauro condotto sotto la direzione di Laura Paola Gnaccolini della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano.
Realizzato legando penne in prevalenza di Ibis rubra su una rete a filet di cotone, è giunto in Ambrosiana grazie al lascito della collezione del famoso naturalista Manfredo Settala (Milano, 1600-1680), che a sua volta lo aveva ricevuto in dono dal principe Federico Landi, personaggio di spicco della scena politica tra Sei e Settecento, legato all’imperatore Filippo III di Spagna.
Il mantello si presenta in forma triangolare ed è completo di cappuccio, che doveva concludersi in alto con un giro di penne gialle di Ara, oggi quasi completamente perduto; le stesse penne gialle marcano anche l’orlo inferiore.
Per la delicatezza dei materiali sono pochissimi i manufatti di questo genere giunti fino a noi e questo presenta un motivo geometrico sul dorso, probabilmente un uccello stilizzato, realizzato con penne azzurre e gialle di Ara.
L’identificazione come ‘mantello cerimoniale’ tupinambá si deve allo stesso Settala. Nella didascalia al disegno fatto realizzare per illustrare la sua ricchissima ed eterogenea collezione (conservato alla Biblioteca Estense di Modena), il collezionista milanese ne ricorda la provenienza Landi e ne suggerisce un collegamento con questa popolazione di indios del Brasile, per confronto con i mantelli indossati durante una cerimonia rituale ritratti sul finire del XVI secolo in un’incisione di Theodor de Bry.
Lo studio delle fonti di XVI-XVII secolo relative ai Tupinambá ha consentito di proporre l’ipotesi che il mantello venisse utilizzato dal protagonista del cerimoniale più importante per la vita sociale di questa popolazione, che era un rito cannibalico, volto a ottenere per i guerrieri la possibilità di accedere dopo la morte a una mitica ‘Terra senza Male’, secondo le loro credenze.
L’opera è inserita nel programma di MuseoCity – Museosegreto 2019, la rassegna promossa dal Comune di Milano che offre ai milanesi e ai visitatori la bellezza e la ricchezza delle collezioni artistiche e storiche di Milano, coinvolgendo oltre 80 sedi tra musei d’arte, case museo, atelier d’artista e musei d’impresa e trasformando la città in un grande museo diffuso con aperture straordinarie, mostre, laboratori per bambini e iniziative speciali.