HomeMostre ed EventiL’artista bambino. Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo Novecento

L’artista bambino. Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo Novecento

Carlo Erba, Le trottole del sobborgo che vanno, 1915, olio su tela, cm 108x178, Collezione privata, foto Lucio Ghilardi, courtesy Filippo Bacci di Capaci – mostra L’artista bambino

La Fondazione Ragghianti a Lucca, nel Complesso monumentale di San Micheletto, presenta dal 17 marzo al 2 giugno 2019 la mostra “L’artista bambino. Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo Novecento“, curata da Nadia Marchioni.

L’esposizione indaga il tema del “tornare bambini”, recuperando la freschezza e la libertà del disegno infantile, esigenza sentita da molti artisti importanti dei primi decenni del Novecento.

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Gli esempi di “regressione” verso il disegno infantile da parte di artisti italiani fra il secondo e terzo decennio del Novecento, documentati da Carlo Ludovico Ragghianti, studioso di storia dell’arte, in un suo saggio, raccontavano, fra le altre, le esperienze di Alberto Magri, Ottone Rosai, Tullio Garbari, Gigiotti Zanini, Carlo Carrà, Riccardo Francalancia e Alberto Salietti.

Le prime attestazioni di attenzione, da parte degli artisti, nei confronti dell’infanzia e delle sue espressioni grafiche trovano un importante antefatto nell’opera di Adriano Cecioni, così come nel Ritratto di Yorick di Vittorio Matteo Corcos, legato a una locandina per la conferenza fiorentina di Corrado Ricci su L’arte dei bambini del 1885, e nell’inconsueto dipinto Il fallimento di Giacomo Balla.

La mostra indaga inoltre gli espliciti arcaismi tratti dallo studio dei maestri del Duecento e del Trecento, che vede fra i precursori Alberto Magri, accompagnato dagli amici “apuani” Lorenzo Viani e Adolfo Balduini.

Questa cerchia di artisti toscani giunge alla stilizzazione di derivazione infantile e medievale con notevole anticipo rispetto alle attestazioni critiche di Ardengo Soffici – grande estimatore di Henri Rousseau su “La Voce” nel 1910 – e di Carlo Carrà (Vita moderna e arte popolare, Parlata su Giotto, Paolo Uccello costruttore), i quali, fra il 1914 e il 1916, auspicavano nei loro articoli la volontà di tornare a “forme pure nello spazio”, consigliando agli artisti che desideravano recuperare, dopo l’esplosiva avanguardia futurista, una saldezza formale, di ispirarsi a stilemi tratti dall’arte popolare, infantile e medievale.

Articolata in sei sezioni, l’esposizione, partendo dalla fine dell’Ottocento, ripercorre i primi decenni del XX secolo, mostrando opere di artisti affascinati dall’universo infantile, di cui prendono in varie forme e stili l’essenza: la semplicità, la poesia, la soavità dei colori e dei soggetti rappresentati.

La mostra, con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Lucca e del Comune di Lucca, ha il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca .

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