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Giorgio de Chirico. Ritorno al Futuro – Mostra alla GAM di Torino

Giorgio de Chirico, Orfeo Trovatore stanco/Orpheus the Tired Troubadour, 1970, olio su tela / oil on canvas, firmato / signed “g. de Chirico 1970”, Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, © Giorgio de Chirico by SIAE 2019 / Ph. © 2019, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma
Giorgio de Chirico, Orfeo Trovatore stanco/Orpheus the Tired Troubadour, 1970, olio su tela / oil on canvas, firmato / signed “g. de Chirico 1970”, Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, © Giorgio de Chirico by SIAE 2019 / Ph. © 2019, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino propone, fino al 25 agosto 2019, la mostra “Giorgio de Chirico. Ritorno al Futuro, Neometafisica e Arte Contemporanea“, a cura di Lorenzo Canova e Riccardo Passoni.
Un dialogo tra la pittura neometafisica di Giorgio de Chirico e le generazioni di artisti che, in particolare dagli anni Sessanta in poi, si sono ispirati alla sua opera, riconoscendolo come il maestro che ha anticipato la loro nuova visione e che con la sua Neometafisica si è posto in un confronto diretto con gli autori più giovani.

L’esposizione presenta un centinaio di opere provenienti da importanti musei, enti, fondazioni e collezioni private.
La Metafisica di Giorgio de Chirico, nella sua visione originaria e futuribile, ha influenzato atteggiamenti e generi differenti, non solo nel campo delle arti visive, ma anche della letteratura, del cinema, delle nuove tecnologie digitali, arrivando fino a confini inattesi come videogiochi e videoclip, in un interesse globale che va dall’Europa agli Stati Uniti fino al Giappone.

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Con una pittura di grande intensità e felicità cromatica, il de Chirico neometafisico sembra rispondere agli omaggi degli artisti più giovani creando un dialogo a distanza di grande intensità e vitalità.
In questo modo de Chirico si è posto come una delle fonti dirette dell’arte di molte generazioni di artisti italiani e internazionali, sospese tra le immagini dei segnali urbani, delle merci della civiltà di massa e lememorie di una bellezza classica e perduta, un accostamento anticipato dallo stesso de Chirico nel suo romanzo Ebdòmero.

La mostra evidenzia questo rapporto intenso e profondo, mettendo in relazione le opere neometafisiche di de Chirico con le nuove tendenze dell’arte italiana e internazionale come la Pop art di Andy Warhol, Valerio Adami, Franco Angeli, Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Gino Marotta, Ugo Nespolo, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Emilio Tadini.

La mostra presenta anche un grande prosecutore della Metafisica come Fabrizio Clerici, la pittura di Renato Guttuso e di Ruggero Savinio, insieme a grandi artisti internazionali come Henry Moore, Philip Guston, Bernd e Hilla Becher.

Il percorso propone anche maestri dell’arte povera come Giulio Paolini e Michelangelo Pistoletto, le visioni concettuali di Fabio Mauri, Claudio Parmiggiani, Luca Patella e Vettor Pisani, fino ad arrivare alle ombre geometriche di Giuseppe Uncini, alla fotografia di Gianfranco Gorgoni, alle sculture di Mimmo Paladino, ai dipinti di Alessandro Mendini e di Salvo, al mistero di Gino De Dominicis, ai tableaux vivants di Luigi Ontani, e a protagonisti delle ultime generazioni internazionali come Juan Muñoz, Vanessa Beecroft e Francesco Vezzoli.

Oltre al prestito delle opere neometafisiche della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, la mostra presenta un’animazione digitale di Maurice Owen e Russell Richards, insieme a opere di artisti contemporanei provenienti dalle collezioni della GAM di Torino e tra questi Claudio Abate, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Franco Fontana, Fausto Melotti.

Una piccola sezione della mostra è riservata al tema della citazione e della copia, esercizio prediletto da de Chirico nella sua lunga ricerca sulla pittura dei grandi maestri e presenta un disegno originale di Michelangelo proveniente da Casa Buonarroti, insieme a disegni di de Chirico dedicati allo studio degli affreschi michelangioleschi della Volta della Cappella Sistina e a opere del famoso ciclo su Michelangelo di Tano Festa, pittore che tra i primi ha compreso la forza innovativa della pittura di de Chirico, in un collegamento con l’arte del passato che, nella curva del tempo, ha il potere di rifondare l’arte del futuro.

La mostra, accompagnata da un catalogo edizioni Gangemi International, è organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

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