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Italiani – Guglielmo Marconi – Documentario su Rai Storia

Guglielmo Marconi

Il documentario di Manuela Mattioli, in onda per il ciclo “Italiani” martedì 2 luglio 2019 alle ore 22.00 su Rai Storia, ripercorre la vicenda umana e tecnologica di Guglielmo Marconi.

Guglielmo Marconi riceve, il 10 dicembre 1909, a Stoccolma il Premio Nobel per la Fisica. Guglielmo ha trentacinque anni ed è il primo italiano ad essere insignito del premio più prestigioso della Fisica: “a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili”, si legge nella motivazione della Reale Accademia Svedese delle Scienze.

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Già in passato Marconi è stato candidato, ma a far decidere per l’attribuzione a lui del prestigiosissimo premio concorre quell’anno la straordinaria popolarità che lo investe per il salvataggio dei passeggeri del transatlantico Repubblic, speronato e colato a picco in gennaio al largo delle coste di Nantucket, nell’Atlantico settentrionale.

Cellulari, smartphone, tablet, navigatori satellitari, gli strumenti che maneggiamo ogni giorno, sono figli della sua rivoluzione tecnologica, partita dalla soffitta della casa di campagna, coltivata con una start up di successo, difesa a suon di brevetti e di udienze in tribunale, resa popolare con un talento da grande comunicatore.

Scrive Degna, la primogenita di Guglielmo: “Per origini e per educazione fu un uomo dell’’800, cui apparteneva, fra l’altro, per la correttezza dei modi, l’impeccabilità del vestire, la riservatezza con la quale proteggeva la sua personalità. Ma per forma d’intelligenza e per temperamento il suo secolo fu il XX”.

Con Francesco Paresce Marconi, astrofisico nipote di Guglielmo; Gabriele Falciasecca, presidente della Fondazione Guglielmo Marconi e docente di Sistemi radio; Barbara Valotti, direttore del Museo Marconi, il documentario indaga lo strano destino del padre del wireless.
“Li hai sentiti parlare di genio, vero, Degna? – racconta la figlia nella biografia del padre -. Ma il genio non esiste. Il genio, se proprio vuoi chiamarlo così, è soltanto la capacità dell’applicazione continua al proprio lavoro. Nient’altro”.

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