Grandi nomi della musica internazionale sono attesi all’edizione 2018 di Umbria Jazz. Dopo le esibizioni di Gilberto Gil e Margareth Menezes in programma il 14 luglio, sono attesi a Perugia sul palco dell’Arena di Santa Giuliana, il 15 luglio, Caetano Veloso e Stefano Bollani.
Quello di Caetano Veloso sarà un ritorno particolare alla prestigiosa rassegna umbra, perché per la prima volta il grande cantautore baiano porta sul palco i suoi tre figli, tutti musicisti di valore.
“Ofertorio“, questo il titolo del tour, con Caetano, Moreno, Zeca e Tom, permette al pubblico di entrare in una dimensione “privata” e più intima di Caetano.
«Ho sempre desiderato fare musica con i miei figli in concerto – afferma Caetano Veloso -. Da quando sono piccoli ho sempre amato stargli vicino. Ognuno ha le sue particolarità, è uno».
Una lunga storia lega Caetano Veloso a Umbria Jazz. La prima volta fu nel 1993, edizione del ventesimo anniversario del festival. Caetano arrivava a Perugia sulla scia di lavori epocali come Estrangeiro e Circulado. Il successo travolgente, oltre ogni previsione, dei suoi show al teatro Morlacchi fece del cantautore baiano un beniamino del pubblico, aprendo di fatto un filone brasiliano che Umbria Jazz non ha più abbandonato. Veloso a Umbria Jazz è tornato molte volte, anche in duo con Gilberto Gil e di recente con Stefano Bollani. Tutte le volte tra lui e il pubblico si è creato un feeling speciale.
Artista di culto come pochi altri, Caetano Veloso è una delle figure centrali della musica popolare del Novecento, non solo brasiliana. Un artista che riesce a commuovere ed emozionare vecchie e nuove generazioni con la sua poesia e la sua voce. Anche se è erede diretto della tradizione del samba e della bossa nova, Veloso ha costruito, già a partire dalla esperienza del Tropicalismo, un universo musicale variegato in cui confluiscono musica, arte, cinema.
«Sono l’unico – Caetano così racconta lo show – che suona solo la chitarra. Gli altri alternano vari strumenti. È uno show per famiglie, nato dal mio desiderio di essere felice. Avere figli è la cosa più importante nella mia vita adulta. Quello che ho imparato dalla nascita di Moreno – e confermato con gli arrivi di Zeca e Tom – non ha nome e non ha prezzo. Ma il nostro spettacolo ha anche la responsabilità un repertorio ed una qualità di alto livello. Credo, veramente, che siamo una famiglia di musicisti come se ne vedono poche, c’è un carattere genetico per la musica e siamo tutti musicisti».
Veloso ha spiegato che nelle prime conversazioni si pensava di chiamare un piccolo gruppo di musicisti per arricchire gli arrangiamenti. «Ma provando, abbiamo deciso di rimanere da soli sul palco. Il suono sarà acustico e molto semplice».
Stefano Bollani torna alle sue passioni carioca portando in tour il materiale del suo ultimo disco, per l’appunto dedicato alla musica brasiliana. In “Que Bom” il pianoforte di Bollani si giova del complesso tappeto ritmico di Jorge Helder al contrabbasso, Jurim Moreira alla batteria e di due percussionisti, Armando Marçal e Thiago da Serrinha. Tutti artisti brasiliani molto amati dal pianista milanese e di fama internazionale. Il disco, che è stato interamente registrato a Rio e uscirà in maggio, è composto da brani inediti ed originali.
«Ho molta voglia – così Stefano Bollani spiega la formula che ha scelto – di farmi circondare dalle percussioni perché il pianoforte fa parte della loro stessa tribù».
Il legame tra Stefano Bollani e il Brasile è profondo, come sa bene il pubblico di Umbria Jazz che lo ha visto più volte, tra le tante partecipazioni al festival, con progetti brasiliani.
Tutto è iniziato nel 2007 con il grande successo dell’album e tour Carioca – che ha venduto più di 70.000 copie. Sempre nel 2007 Bollani ha suonato nella favela di Pereira de Silva per un concerto evento di risonanza mondiale. Prima di lui era entrato a suonare il piano in una favela solo Antonio Carlos Jobim. A Umbria Jazz ha suonato, tra gli altri, con Caetano Veloso, con il virtuoso di bandolim Hamilton de Holanda e con Egberto Gismonti.